La leggenda di San Migliorato

San Migliorato è uno dei pochi santi, se non l’unico, veramente santomerese e deve aver avuto una personalità così spiccata da diventare un santo tanto simpatico da creare attorno a se alcune leggende che ancora adesso si sentono raccontare. Purtroppo, come tanti altri, Egli appartiene alla vasta schiera dei santi così detti “fuori legge”, perchè non compare negli atti ufficiali della Chiesa, nè San Miglioratonegli Acta sanctorum, ecc., ma, comunque, Egli dovette essere così popolare da avere tanti fedeli da strappare, per così dire, un triduo che ogni anno si celebra nella chiesa parrocchiale il 12 gennaio. La sua storia viene ancora oggi raccontata dalle vecchiette del paese: S. Migliorato era il garzone dei frati del convento di S. Omero. Non sapeva nè leggere nè scrivere, ma, nonostante fosse tanto buono, era destinato dai frati superiori a lavori servili e soprattutto a pascolare i maiali. Per cui, Egli, ogni mattina, scendeva verso il Salinello seguito dalla mandria. Arrivato su una collinetta vicino al fiume, piantava il suo bastone verso una grossa pietra, lasciava i maiali insieme con due grossi cani e se ne andava verso Bellante a pregare in una chiesetta. Poi, sulla tarda sera, tornava sulla collinetta, riprendeva il bastone e riconduceva lentamente la mandria verso il convento. Tirò così per un bel pezzo. Ma le male lingue e le “vernecchie” che a quei tempi abbondavano a S. Omero, arrivarono alle orecchie del Padre superiore col preciso scopo di screditare il povero frate. Ma, a dir la verità, il padre superiore, che certamente era una persona quadrata, vedendo che i maiali erano belli grassi, non dava gran peso alle “vernecchie” che gli arrivavano alle orecchie a gettito continuo.

Un giorno avvenne un fatto incredibile : le campane di S. Omero e di Bellante si misero a suonare a distesa senza essere toccate da nessuna persona: S.Migliorato era morto. Ma sulla sua testa, appoggiata alla grossa pietra, era comparsa l’aureola della santità. I cani fedeli erano rimasti a guardia. Fu un accorrere di gente. Anche i bellantesi vennero con la grinta e la pretesa di rivendicare la cittadinanza del Santo, chè per la verità, aveva pregato nella loro chiesetta. Ad un certo punto per poco non si venne alle mani perché, nè i santomeresi, nè i bellantesi volevano cedere. Alla fine prevalse il buon senso. Si decise di far scegliere la sepoltura del santo proprio ai fedeli cani, i quali, nel frattempo, si erano messi a ringhiare paurosamente. Dove si sarebbero diretti i cani, si sarebbe diretto il convoglio mortuario. Improvvisamente i cani, che dirigevano il convoglio, si divisero: uno girò verso Bellante e 1’altro verso S.Omero . Di nuovo liti e botte da orbi. Per non farla lunga i santomeresi, più forti (ti pareva!), presero tutto il corpo del santo, lasciando ai bellantesi solo un braccio. Una variante della leggenda aggiunge che un fatto miracoloso era già avvenuto quando il Santo era ancora in vita. Si narra che un giorno S. Migliorato, sotto la sfera dei raggi solari, fu assalito da una grande sete, cosicché, per potersi dissetare, andò a “rubare” un grappolo d’ uva in un campo vicino. Non l’avesse mai fatto. La vite gli si avvinghiò addosso in una morsa di ferro per soffocarlo. Solo dopo aver chiesto perdono in ginocchio al Signore, la vite allentò la sua presa mortale. Questa è la leggenda. Ma, ancora adesso, esiste la pietra di S.Migliorato, recentemente spostata per lavori di scasso, e fino a pochissimi anni fa, ancora c’era 1’usanza di andare, il 12 gennaio, a far visita al luogo sacro e di asportare, con un temperino, un po’ di polvere dal grosso blocco arenario. Questa polvere, cosparsa sul capo, aveva la proprietà di preservare e guarire le persone dal dolore di testa.

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